Effetti filosofici del buon vino siciliano. Organizziamo un Simposio e vediamo chi resta sveglio?

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simposio vino

Festeggiamo qualcosa e organizziamo un banchetto, così come avvenuto nel 416 a.C a casa di Agatone che per festeggiare la vittoria della stagione teatrale invitò qualche amico capace di  rendere la serata interessante come Fedro (retore), Aristofane (commediografo), Pausania (politico e sofista), Eurissimaco (medico, rappresentante della medicina di stampo ippocratico) altri simpoṡïasti e anche un certo Socrate. Un banchetto tra uomini, ahimè, perché le donne libere sono escluse dalle riunioni politiche e sociali. Le uniche che vedremo comparire nella seconda parte del banchetto saranno schiave, musicanti, danzatrici ed etère. Mi raccomando, prima di entrare in casa, sarà necessario togliere le calzature e permettere ai servi di lavare i nostri piedi, per poi accedere nella sala dei banchetti e adagiarci sul letto senza sporcare il giaciglio. Mangeremo coricati o con le gambe distese, a due a due, su letti disposti intorno a piccoli tavoli.    Viva la comodità!

Ricordate, prima del pasto, sarà necessaria la seconda abluzione, cioè quella delle mani in bacili portati dai servi, perché il cibo si prenderà con le dita e non troveremo tovaglioli; per asciugare la bocca useremo pezzi di mollica di pane da gettare in terra insieme agli avanzi; non vi fate problema…si usa così!

Bene, l’ora del tramonto sarà il momento perfetto per un bell’aperitivo con una coppa di vino aromatizzato da passare tra i convitati. Del resto è un Sympòsion, che come dice la parola che deriva da syn pìno, è una “bevuta in comune”. 

Anzi proviamo a cenare, sempre se ci riusciamo visto che siamo appoggiati al gomito sinistro e abbiamo solo la mano destra libera, e pensiamo a mettere qualcosa nello stomaco in considerazione del fatto che il vero momento del “bere insieme”, tra una conversazione e l’altra o in mezzo a danze e giochi di vario tipo, caratterizzerà la seconda e lunga parte del nostro banchetto. Infatti, dopo che i giovani inservienti avranno allontanato i tavoli con i resti del cibo, spazzato il pavimento, versato acqua sulle nostre mani, incoronato il nostro capo con ghirlande e offerto unguenti profumati, si porrà al centro della sala un cratere, un grande recipiente dove verrà versato il vino mescolato con acqua (non gridate allo scandalo, è normale visto che bere vino puro è considerato dai greci uso barbarico). Gli inservienti distribuiranno il vino nelle nostre coppe e prepareranno le  cosiddette ‘seconde mense’, cioè i cibi leggeri per invito e accompagnamento al bere: pani, formaggio, noci, fichi, miele.

La prima libagione sarà in onore degli dèi, verseremo il primo vino in terra dedicando una coppa a Zeus Olimpio, una seconda coppa, sempre in terra, agli eroi e una terza a Zeus Salvatore. Non provate ancora a bere…

si dovrà prima eleggere il simposiarca, il re del simposio (colui che stabilisce le leggi del convito, cioè quanto e come si deve bere, la misura della miscela di acqua e vino, le regole dell’intrattenimento e del canto). Sarà lui a stabilire il numero di coppe che un invitato potrà bere e (finalmenteeee!!) a turno brinderemo alla salute di tutti. Musica e danze allieteranno tutti noi convitati che durante il simposio converseremo o ci destreggeremo in giochi di abilità come il còttabo e magari qualcuno potrà abbandonarsi ai piaceri dell’amore. Frenate l’immaginazione, di amore nel banchetto organizzato da Agatone si potrà soltanto parlare; Eros sarà il tema scelto per la discussione della serata. Niente politica, per questa volta, filo conduttore solo Amore. Sarà un piacere ascoltare l’Encomio di Eros tenuto da Fedro, con le ricche citazioni di Esiodo, Parmenide, Omero, e il sofista politico Pausania che descriverà il rapporto

omosessuale secondo la dinamica di scambio tra Eros e Paideia. Per proseguire con la descrizione di Eurissimaco della filìa, forza unitiva dell’universo che tiene uniti gli elementi e il mito dell’androgino di Aristofane. Anche il festeggiato Agatone farà il suo apprezzato intervento, ma a colpire tutti noi sarà il discorso di verità di Socrate e la sua descrizione del matrimonio spirituale col bello, grazie al quale l’anima partorisce le virtù. E bevendo bevendo… In vino veritas… Alcibiade totalmente ubriaco cambierà completamente registro: non terrà un discorso su Amore come tutti gli altri ma su Socrate, descrivendo i tentativi di seduzione messi in atto per conquistare l’amato maestro e per realizzare quel rapporto tra Eros e Paideia teorizzato da Pausania. E daiii…Gossip! ma Socrate saprà sottrarsi a questo scambio che equivarrebbe ad uno scambio di armi d’oro con armi di bronzo, il bronzo dell’apparenza del bello; l’oro della verità e del bello che è poi la Sapienza. Quando Alcibiade si appresterà a fare, oramai a ora tarda, l’elogio di Agatone, l’arrivo di un’altra comitiva di bevitori farà riprendere le libagioni e bevendo bevendo, alla fine tutti, ufficialmente ubriachi, ci addormenteremo. Solo Socrate rimarrà sveglio fino all’alba a discutere  con Aristofane e Agatone, sul senso del tragedia e della commedia. Per nostra fortuna, come dono del maestro a tutti noi, spesso dormienti, Platone metterà per iscritto quelle parole: “L’amore è come il teatro, a volte è tragedia, a volte è commedia. In fondo, la tragedia e la commedia, il piacere ed il dolore, la gioia e la sofferenza che sono parte del teatro ma anche parte della vita, non devono essere visti come due cose separate, ma come unità. Quindi chi è poeta tragico è poeta comico e viceversa ed il vero conoscitore dell’ambivalenza della vita è il filosofo, l’unico che rimane sveglio…

(Effetti filosofici del buon vino siciliano.) 

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