LAVICA: “Buona la prima” edizione di alta ristorazione dell’Etna

Interessante e di successo, la prima edizione di Lavica racconta una Sicilia ricca di eccellenze ben valorizzate nelle tre serate dell'evento.

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Lavica 2023
Lavica 2023

Un viaggio declinato in tre serate che ha seguito un percorso immaginario della lava che dalla montagna scende verso le coste e che ha saputo rivivere nei piatti rivisitati dagli chef.

Si è conclusa con un grande consenso da parte del pubblico la prima edizione di Lavica Gourmet Festival

Da lunedì 29 a mercoledì 31 maggio, una decina di chef dell’alta ristorazione italiana si sono  incontrati sull’Etna e hanno avuto l’occasione di conoscere insieme luoghi, eccellenze del  territorio e produttori siciliani e riportare nei loro piatti esperienze e sensazioni vissute. 

L’evento, nato dalla sinergia tra l’azienda Barone di Villagrande e Castello di San Marco Charming Hotel & Spa in collaborazione con les Collectionneurs – community di albergatori,  ristoratori e viaggiatori che vanta come Brand President Alain Ducasse e di cui le due realtà  sono membri – ha visto protagonisti 10 chef les Collectionneurs arrivati da tutta Italia e numerose eccellenze siciliane. 

Un viaggio declinato in tre serate che ha seguito un percorso immaginario della lava che dalla  montagna scende verso le coste e che ha saputo rivivere nei piatti rivisitati dagli chef.

“Abbiamo voluto Lavica per condividere, mostrare e valorizzare l’eccellenza enogastronomica  del territorio etneo. la  riuscita del festival, però, è andata oltre. Infatti, al di là dell’enorme successo di pubblico che  ci ha accompagnato in ognuna delle tre serate, si è sviluppato un racconto, prima di tutto,  umano, fatto delle sinergie preziose che si sono create tra gli chef appartenenti alla  community les Collectionneurs e gli artigiani del gusto che hanno animato la kermesse. Era  proprio questo che cercavamo, una linfa capace di rinnovarsi e alimentare ogni futura  edizione di Lavica; perché il nostro vulcano – la nostra Grande Madre – ha tanto da offrire.” 

Valerio Murabito, Vicedirettore di Castello San Marco

“Una prima edizione di Lavica che ci ha sorpreso per la grande partecipazione ricevuta dal  territorio – dichiara Stefano Pesce, Restaurant Network Manager Italia les Collectionneurs – dai produttori artigiani presenti alle serate a tema, alle associazioni e consorzi che hanno  voluto essere partner e dare il loro contributo e il loro racconto della terra siciliana intorno  all’Etna, ‘la montagna’. Parlo soprattutto – prosegue Pesce – dell’associazione Strada dei Vini  dell’Etna e di APO del Consorzio Olio Dop Etna. Un grande riscontro è arrivato anche dai  nostri chef che da tutta Italia hanno raggiunto la Sicilia per animare con i loro piatti i momenti  di alta gastronomia di Lavica, e che ora rientrano a casa con il cuore pieno di energia positiva  e con la consapevolezza di quanto valore culturale e umano ci sia in questa bellissima isola.  Una prima edizione davvero vulcanica”.  

“Contribuire ad incrementare il valore del nostro territorio, dei nostri prodotti, deve essere  un imperativo il confronto e la collaborazione con grandi interpreti agevola questo processo”. 

Marco Nicolosi Asmundo, produttore ed enologo di Barone di  Villagrande

Lavica è stato un grande festival, grazie les Collectionneurs, grazie Stefano Pesce.”  La serata di apertura da Barone di Villagrande ha avuto come il tema “Il fuoco, la Terra, i  Vegetali” un percorso che gli chef les Collectionneurs hanno saputo creare attraverso un ventaglio di gusti e sapori con i racconti food di: 

Theodor Falser – del Johannesstube (1 stella Michelin) nelle Dolomiti, con la sua creazione  “Tomahawk di vitello pietra lavica, affumicato con fieno Dolomitico, miso di orzo, carote  nella cenere” abbinato ad un Etna Rosso Doc dell’azienda Mecori;

Caterina Ceraudo – chef patron del Ristorante Dattilo (1 stella rossa e stella verde Michelin)  in Calabria, con il piatto “Lattuga arrosto e cedro al sale” con il Tifeo Bianco di Gambino;

Matteo Carnaghi – di W Villadorata Country Restaurant a Noto, con una reinterpretazione  di “Pasta e Patate affumicata, pecorino siciliano, basilico e pesto di pistacchio” accompagnato da Contrada Blandano Bianco 2018 di Terra Costantino;

Viviana Varese – chef patron del Ristorante VIVA (1 stella Michelin) di Milano, con il suo  “Non togliere l’osso a Mario, codone di Manzo con Mayonaise alla senape, cipolla e neve  all’aceto” con un Etna Rosso de La Gelsomina; 

Francesco Gatto – Barone di Villagrande, con il piatto “Terre del Vulcano, cuore di  confettura di more con mousse al cioccolato di modica e Humus crumble” con lo Sciara di  Barone di Villagrande. 

A rendere ancora più suggestiva l’esperienza di questa prima serata le degustazioni di alcuni  prodotti tipici del nostro territorio: come “l’Arancino al Cavolo Trunzo” cavallo di battaglia dei  4 Archi Osteria con Pizza abbinato a Quinto Arco, l’olio extra vergine di Oliva di Nocellara  dell’Etna di Oleificio Russo, la giovane realtà di Caffè Nina e le granite artigianali del maestro  Franco Patanè. Una reinterpretazione della montagna suggestiva e intensa. 

Mattinata libera per gli chef che martedì 30 maggio hanno potuto toccare con mano  l’esperienza sull’Etna grazie al Tour del Treno dei Vini dell’Etna percorrendo le pendici del  vulcano più alto d’Europa, a bordo della Ferrovia Circumetnea e passeggiando tra le vigne di  Carricante e Nerello Mascalese delle aziende Palmento Costanzo, Cottanera e La Gelsomina.  “Partecipare a Lavica- ha commentato la presidente del Treno dei Vini Gina Russo – ci ha consentito di far conoscere in modo diverso il nostro magnifico territorio. Sul Treno dei vini  dell’Etna, rinomati chef della prestigiosa associazione francese les Collectionneurs hanno  potuto vivere l’esperienza unica del treno dei Vini”. 

La sera, spazio al confronto e alla conoscenza delle realtà siciliane a Castello di San Marco con Lavica Expo. Gli chef, appesi per un giorno gli arnesi da cucina, hanno potuto  passeggiare tra le varie isole espositive e conoscere da vicino storie, aneddoti, arti e antichi  mestieri. Tante le proposte in degustazione che hanno saputo richiamare l’attenzione dei  presenti: Paninetti con panelle dello chef padrone di casa Giuseppe Bonaccorso, Bruschette  con pane di Francesco Arena, una selezione di miele dei Custodi dell’Ape nera, le confetture di Neromonte- 3330, Mortadelle artigianali di asino e di bufalo di  Chiaramontano Salumificio, Spaghettoni del pastificio Barbagallo del Mastro Salatore Alfio  Vissalli con salsa Patatrac, aglio, olio e peperoncino e muddi crunch, Arancinetti al vino  rosso, di Barone di Villagrande, e ricotta preparati da Putia Lab.  

A rendere ancora più suggestiva la serata alcuni presidi Slow Food come i masculini da  magghia di Gaetano Urzì, la cuddrireddra di Delia di Gioacchino Alaimo, e la pasta reale di  Tortorici di Isabella Catalano. Spazio anche ai dolci con Bottega Ciancio e Dulcisia e alle  eccellenze tutte da bere di Etna Roaster, Messenion, Cugini Caruso, Russo SicilianoTomarchio Bibite e Raneri

Una scoperta a tutto tondo di una Sicilia che sorprende. 

Ultimo giorno del Festival dedicato alla città di Catania con visita da parte degli chef dei  luoghi più suggestivi e il passaggio obbligatorio alla pescheria della città, luogo di sapori e  profumi che richiamano il grande protagonista della serata conclusiva “Il Mare”. Un filo conduttore che dalle vigne ci accompagna fino a Castello di San Marco per le interpretazioni di: 

Sara Scarsella e Matteo Compagnucci – Sintesi (1 Stella Michelin) ad Ariccia, con il piatto  “Risotto al cedro fermentato, fave e gamberi rosa” da degustare con Settantadue un Etna  Bianco 2020 della cantina Zumbo

Cristina Bowerman – Glass Hostaria (1 Stella Michelin) a Roma, con il piatto “Orzotto cacio  Juncu e pepi dal mondo, ricci di mare e fave” con Ciuriciuri un Etna Rosato 2020 di Zumbo;

Accursio Craparo –Accursio Ristorante (1 Stella Michelin) a Modica, con il piatto “L’arancino si chiude a riccio” con Piano dei Daini Rosato 2022 di Cantine Russo; 

Giuseppe Bonaccorso – Giardino di Pietra di Castello di San Marco con il piatto “Dal  Mediterraneo all’Etna” da accompagnare a un Blanc Brut metodo classico di Terrazze  dell’Etna; 

Special guest Bianca Celano – Materia | Spazio Cucina di Catania, con la sua Ricciola in olio  cottura all’Origano, Garum di Tonno, Beurre Blanc e lattuga alla brace accompagnato da un  Salisire Contrada Martinella 2018 Etna bianco dop di Vivera. 

Accanto a loro tanti altri grandi volti della gastronomia siciliana come Orazio Cordai con le  crispelle alla ricotta e all’acciuga, Angelo De Natale e la sua focaccia all’orzo e ai cereali e  Alfio Visalli con una focaccia croccante con un top di bottarga di tonno. A chiudere in  dolcezza la Pasticceria Pasubio e il Signor Barbagallo con il suo tipico carrettino siciliano dei  gelati, spumanti e vino di Strade del vino dell’Etna e birre artigianali del Birrificio dell’Etna. Spazio anche al confronto con Giuseppe Li Rosi, presidente di Simenza, l’associazione che da  oltre cinque anni si occupa della tutela e valorizzazione della biodiversità siciliana e in  particolare dei grani antichi.

Un evento che ha visto una grande partecipazione e che ha saputo coniugare eccellenze  enogastronomiche e antichi mestieri grazie a Michele Patanè, artigiano della carta papiro  “Papyrus Fiumefreddo” e ad Artesole che ha realizzato le superfici laviche ceramizzate,  pietra emblema del Festival. Una sinergia di realtà come il Consorzio per la tutela dell’olio  extravergine di Oliva Dop Monte Etna: Rappresentante dell’olio extravergine di oliva etneo  e della sua valorizzazione che ha accompagnato il festival, l’Associazione Strada del Vino  dell’Etna con tutte le aziende che hanno accompagnato i piatti degli chef e le aziende  Murgo, Cantine Nicosia, Aìtala, Iuppa e Serafica, che hanno animato i banchi d’assaggio, i  sommelier della FISAR, Triskele20 e Andrea Cavallaro che hanno accompagnato in musica  questa prima edizione di Lavica Gourmet Festival e l’Istituto Alberghiero di Giarre per il  supporto in cucina e sala da parte degli alunni nelle serate al Castello di San Marco. Una prima edizione che ha saputo presentare una Sicilia ricca, diversa e con tanto da  raccontare, e se è vero come si dice “Buona la prima” le premesse per una seconda edizione ci sono tutte. 

LAVICA PARTECIPA ALLA RACCOLTA BENEFICA “IMPARA GIOCANDO” Lavica Gourmet Festival sostiene l’Associazione “Il Faro – famiglie oltre la disabilità” e il  progetto “Impara Giocando”. Lo scopo è quello di contribuire a migliorare le condizioni di  vita dei bambini, dei ragazzi e delle loro famiglie, promuovendo e sostenendo la creazione di  una struttura d’eccellenza eco-sostenibile per la loro riabilitazione e serenità.  

LES COLLECTIONNEURS 

‘Les Collectionneurs’, presieduta da Alain Ducasse, riunisce ristoratori, albergatori e  viaggiatori accomunati dal gusto per il viaggio. La curiosità, l’essere esigenti e la generosità  sono i valori condivisi su cui si fonda la community. Nel 2023, sono stati selezionati da les  Collectionneurs 540 indirizzi di ristoratori e albergatori in Europa, in Italia sono ben 97 e ne  fanno parte anche Castello di San Marco Charming Hotel & Spa e Barone di Villagrande,  ideatori della prima edizione di Lavica Gourmet Festival. www.lescollectionneurs.com 

CASTELLO DI SAN MARCO 

Castello di San Marco è uno charming hotel sito a Calatabiano (Catania), a pochi passi dal  mare, e che prende vita dalla dimora storica tardo secentesca (1689) del principe di  Palagonia (Ignazio Sebastiano Gravina Cruyllas). Proprietaria del resort è la famiglia  Murabito, che rilevò la struttura nel 1971, facendone quindi un albergo diffuso, capace di  offrire una residenza ideale per visitare l’Etna, Taormina e tutta la Sicilia nordorientale. Alle  pendici del vulcano attivo più alto d’Europa, lo charming hotel Castello di San Marco è composto da 29 camere ricavate da antichi casolari, un’ampia piscina con bar e grill – proprio accanto alla piscina sorge la Spa della struttura. Il mare e il lido privato della struttura sono solo a 60 metri di distanza. Giardino di Pietra è il ristorante fine dining che  sorge all’interno dello charming hotel Castello di San Marco (Calatabiano, Catania). Giardino  di Pietra, forte di una selezione delle materie prime migliori del territorio, interpreta in  chiave gourmet la cucina siciliana. Executive chef di Giardino di Pietra è, fin dal 2005,  Giuseppe Bonaccorso. La cantina di Giardino di Pietra, formata da più di 300 etichette (per  una selezione maggiormente dedicata alla Sicilia, soprattutto etnea), è pensata per  raccontare al meglio i terroir straordinari e molteplici dell’Etna.  

BARONE DI VILLAGRANDE L’azienda vitivinicola Barone di Villagrande coltiva la vigna a Milo  dal 1727. La storia della famiglia Nicolosi Asmundo è unita a quella della contrada  Villagrande da sempre. A inizio XVIII secolo fu il vescovo di Catania ad affidare ai Nicolosi  Asmundo il compito di trasformare le impervie terre dell’Etna da “un luogo orrido e incolto  a un delizioso giardino”. L’imperatore Carlo VI d’Asburgo, Re di Napoli, conferisce a Don  Carmelo Nicolosi il titolo di Barone di Villagrande. Passano le generazioni, e nel 1869 Paolo  Nicolosi crea la nuova cantina di vinificazione e affinamento, dove si realizza la prima  vinificazione separata per le uve bianche e per le rosse. Nel 1968 quando viene riconosciuta  la D.O.C. Etna, la prima Denominazione di Origine Controllata in Sicilia, il disciplinare fu  scritto da Carlo Nicolosi Asmundo, docente universitario di enologia e tecniche alimentari  all’Università di Catania. Oggi è Marco Nicolosi Asmundo, enologo 40enne e proprietario  della tenuta, a portare avanti il lavoro delle generazioni precedenti, arricchendolo di una  visione contemporanea grazie ai suoi studi e alle sue conoscenze tecniche e scientifiche.  Barone di Villagrande è a Milo, sul versante est dell’Etna, a quota 700 metri di altezza e  guarda verso Taormina e il Mar Jonio. La superficie vitata è di circa 27 ettari – con uve  Carricante, Nerello Mascalese, Nerello Cappuccio e Malvasia di Lipari sull’Isola di Salina – mentre la tenuta si estende per oltre 40 ettari in cui dimorano boschi di querce e di castagni,  all’interno del Parco Regionale dell’Etna. L’azienda ha anche un Wine resort all’interno della  storica dimora di famiglia risalente al 1700. Quattro le stanze affacciate sulla piscina a sfioro  che guarda a sua volta i vigneti e il mare. All’interno della struttura, una proposta gourmet  totalmente dedicata ai giusti abbinamenti con i vini della tenuta grazie a una cucina  territoriale e stagionale studiata dal resident chef di Villagrande.