Malvasia Day 2021, il racconto di Winery Tasting Sicily

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Malvasia Day 2021 malfa salina

Vi raccontiamo il nostro Malvasia Day 2021 vissuto lo scorso 20 luglio a Salina.  

La decima edizione del Malvasia Day è stata per la prima volta diretta dal Consorzio di Tutela Malvasia delle Lipari. Organizzata nel Palazzo Marchetti del comune di Malfa a Salina ha radunato 12 produttori del Consorzio di Tutela della Malvasia delle Lipari e visto la partecipazione di un nutrito pubblico.

Queste le aziende che hanno fatto conoscere il loro prodotto Salvatore D’Amico, Capofaro (Tasca D’Almerita), Colosi, Caravaglio, Barbanacoli, Fenech, Virgona, Barone di Villagrande e Hauner a Salina, Punta Aria a Vulcano, Tenuta di Castellaro a Lipari.

La manifestazione ha avuto inizio con la presentazione del libro  di Marcello Sajia “Malvasia delle Lipari, storia dell’antico passito eoliano”, ed è proseguita con la premiazione dei fratelli Alizzi che hanno ricevuto dal sindaco di Malfa, Clara Rometta, il doveroso riconoscimento del loro storico impegno.

Un viaggio nel passato necessario per onorare un vitigno dalle origini remote e per riconoscere la forza di una produzione che nel presente vede le Lipari impegnate a tutelare le tradizioni e la produzione di questa importante risorsa naturale e umana. 

Una produzione quella della Malvasia delle Lipari sulla quale scommettere e investire.

La tipicità del prodotto, una economia di rete in continua crescenza, la tutela del paesaggio sono le peculiarità del  “Vigneto Eolie” tutelato dal Consorzio. 

Come ci racconta Mauro Pollastri, Presidente del Consorzio Malvasia delle Lipari: ” Il Consorzio ha ottenuto l’Erga Omnes oramai da cinque anni e questa è la prima volta che organizza il Malvasia day bellissima occasione per permettere a tutti i produttori iscritti di far degustare i propri vini e farsi conoscere. E’ questa un’attività di promozione importante per pubblicizzare e far vedere quanto di bello e quanto di buono viene fatto in queste meravigliose isole. La viticoltura alle Eolie è un traino importante, il ricco connubio tra viticoltura, turismo ed enogastronomia crea un ottimo indotto. Puntiamo su tutte le competenze e le risorse utili a tutelare il territorio”.

Le aziende e i produttori che abbiamo conosciuto nel press tour vissuto in mattinata hanno arricchito le nostre conoscenze del vitigno e dipinto significative scene di vita.

L’azienda di Caravaglio Antonino con sede a Malfa ci fornisce una chiara idea delle diverse coltivazioni nelle isole. L’azienda possiede circa trenta appezzamenti a Salina per una superfice totale di circa dieci ettari distribuiti nei comuni di Malfa e Leni dove si coltiva la Malvasia per il vino passito, Santa Marina e Val di Chiesa dove si coltiva la Malvasia di Lipari e un po’ di Catarratto destinato alla versione secca. A Lipari si coltivano due ettari di Corinto nero, mentre a Stromboli nella Vigna Di mare il vigneto di circa settemila metri è destinato alla produzione della Malvasia delle Lipari versione secca.

L’azienda agricola Fenech stupisce per la sua immediata spontaneità e genuinità. Francesco Fenech ci accoglie con un caloroso sorriso e ci racconta la nascita della sua passione per la Malvasia secca: ” Ho iniziato a farla perché il Conte Tasca d’ Almerita mi chiese di imbottigliare la Malvasia secca di sua produzione e mi convinse a farne almeno 600 litri. Venne così buona che l’anno successivo le bottiglie furono duemila e cosi via. Per me prima era “sacra” solo la Malvasia passita, la vera tradizione era quella, ma dinanzi a un prodotto così suadente e fresco adesso tutta l’isola produce questo prodotto eccellente che è la Malvasia secca”.

Francesco ci fa assaggiare il suo Corinto in purezza, solo 500 bottiglie. Ci conquista con la sua simpatia e con questa sua chicca, uno straordinario passito chiamato “Disiato”, come suggerito dal maestro Camilleri.

Malvasia secca oramai prodotta in tutta Salina come testimoniato dalle parole di Alberto Tasca: “Grande sorpresa di questi ultimi anni sono le Malvasie secche non vinificate in dolce. Apprezzate per la loro versatilità, sembra di bere Salina. Se passeggiate per Salina e sentite i profumi floreali dell’isola in primavera ed estate o mangiate piatti locali come i capperi o i pomodori degli orti, nella Malvasia secca ritroverete la sensazione di stare a casa. La territorialità e le sue caratteristiche versatili la rendono unica. Anche nella versione dolce con la sua particolare delicatezza e uno spettro aromatico molto sottile ed elegante la Malvasia rimane un prodotto unico”.

La Malvasia richiede impegno, attenzioni, amore. Ad essa si dedica la propria vita, così come ci racconta Daniela dell’azienda agricola Virgona Salina che ha portato avanti il lavoro del padre e condiviso un sistema valoriale che unisce le generazioni.

“Non è facile essere produttori nelle isole. I nostri figli e i nostri nipoti conoscono il nostro sacrificio e stanno rivalutando il prodotto principe di salina raccogliendo il nostro testimone”.

Daniela Virgona

Alle nuove generazioni di Salina e ai loro progetti di tutela e valorizzazione di questo splendido territorio brindiamo con lo spumante “Ruffiano” dell’azienda Virgona sempre prodotto con uve Malvasia.

L’energia della gioventù, la progettualità, la grinta tipica dell’età le vediamo pienamente espresse in Pietro e Marianna Colosi. La famiglia Colosi da oltre 40 anni coltiva vigneti nell’arcipelago eoliano. Pietro laureato in enologia ha cura della parte produttiva dell’azienda, la sorella laureata in lingue si occupa della parte commerciale. “L’avventura -ci racconta Pietro- è iniziata nel 1983 grazie al nonno che ha reso possibile acquistare un piccolo appezzamento di terreno a Capofaro inaugurando una esperienza di vita poi divenuta stile di vita. Oggi produciamo Malvasia bianca e rossa, Malvasia secca e le versioni dolci in piena autonomia”.

“A mio avviso – dice Pietro- la Malvasia delle Lipari è l’emblema del territorio. Ha avuto il suo pieno successo nel periodo prefillosera e dopo un grande periodo di crisi, oggi sta rivedendo un nuovo splendore. L’obiettivo del Consorzio, costituito da solo 12 produttori, è quello di riportare questo prodotto alla luce di cui inizialmente godeva. Occorre valorizzare la Malvasia”.

Far conoscere la Malvasia al mondo intero è importante in quanto prodotto che esprime il territorio, racconta delle persone che lo lavorano e testimonia ciò che di più bello può esserci in Sicilia.

Pietro Colosi

E di bello in Sicilia c’è davvero tanto. Ci si può innamorare di questa terra e delle sue splendide isole, come successo a Clara Schwartzenberg che ha scelto di lasciare Parigi per “amore dell’isola e dell’isolano” dando vita a Salina a un sogno e all’Azienda agricola Barbanacoli. Clara è simile a un mediatore vitivinicolo, tra le due realtà differenti della Francia e della Sicilia riesce a individuare fertili punti di incontro.

“Un punto di incontro, ad esempio, tra la Malvasia passito e la Francia- ci dice Clara- lo possiamo trovare nell’abbinamento del nettare isolano con il foie gras, abbinamento dalla prelibatezza immensa. Esistono molti altri abbinamenti tra i nostri due territori davvero meravigliosi. La nostra azienda vuole fare vini buoni oggi, eccellenti domani. Il nostro lavoro ha una durata che si paragona alla durata di una vita intera. Iniziamo quest’anno con vini che hanno affinamento di un anno e speriamo di continuare con tempi di affinamento sempre più lunghi. Inoltre, con processi sempre naturali lasciamo esprimere il più possibile gli uvaggi e il territorio”.

Con una riflessione finale Clara sintetizza quella ricerca di equilibrio che “umanizza” la viticoltura eoliana:”Ho trovato mille punti in comune tra il vino e il teatro. C’è un legame tra l’espressione del terroir e l’interpretazione della persona. Come nella messa in scena, c’è l’autore da rispettare e nello stesso tempo il regista e gli attori danno la loro voce. Così nel teatro come nella viticoltura, la domanda è la stessa: Dove è l’equilibrio? cerchiamo di rispondere a questa domanda facendo i nostri vini”.

La ricerca dell’equilibrio nella propria vita e in ciò che si fa sembra essere la costante riscontrata in tutte le storie raccolte.

Anche la cucina di Martina Caruso, giovane e stellata chef, è espressione del nuovo nel rispetto del passato. Nella splendida terrazza del ristorante Signum i piatti di Martina hanno celebrato i prodotti locali con eleganti rielaborazioni rispettose della tradizione.

Equilibrio, semplicità, umanità…forse in isole così belle dove si vive di mare, dei prodotti che la terra dona, di antiche tradizioni, di aria pulita è più facile assaporare la vita…e la Malvasia!

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