Taormina e una sorprendente cena a 4 Mani al Grand Hotel San Pietro

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Taormina e una sorprendente cena a 4 Mani al Grand Hotel San Pietro

Taormina con il suo innegabile fascino conquista sempre la mente e il cuore di chi le fa visita, anche se solo per qualche ora. Nel mese di ottobre Taormina è ancora più bella. Gode di tranquillità, con volto sereno ed accogliente, invita a vivere delle speciali serate nei suoi luoghi più belli come il Grand Hotel San Pietro Lindbergh Hotels & Resorts elegante villa di inizio 900, immersa in un mediterraneo giardino che affaccia sullo Ionio. Nel salone del Giardino degli Ulivi, il resident chef Luca Miuccio e lo chef stellato Stefano Ciotti, del Ristorante Nostrano a Pesaro, miscelando amicizia, estro e talento hanno dato vita, lo scorso 8 ottobre, alla perfetta Cena a 4 Mani. Con i  loro piatti, magistralmente creati, hanno dipinto un percorso polisensoriale in cui Mare e Terra si abbracciano in un racconto che unisce la Sicilia e le Marche. 

Grand Hotel San Pietro Taormina
Grand Hotel San Pietro di Taormina.

Luca Miuccio e Stefano Ciotti hanno reso possibile vivere un viaggio di profumi, sapori e sensazioni che dall’Adriatico conduce allo Ionio con piatti classici di Pesaro dall’accento siciliano e piatti siciliani dalle sfumature marchigiane. 

Il vino dell’azienda Serafica ha legato il tutto con la vulcanica espressione del sud etneo, Terra Di Olio e Vino.

Anche la “segale irmanu dell’Etna”, antico e povero cereale, prodotta dall’azienda di Nicolosi, da sempre attenta all’agro biodiversità e al recupero delle varietà autoctone del territorio, ha goduto del suo momento di celebrità nell’amuse bouche, scampo di Mazara scottato, albicocca disidratata e foie gras su pan brioche, per l’appunto, di segale irmanu dell’Etna, insieme all’Etna Bianco DOC, Grotta della neve.

Un interessante Etna Rosato DOC è risultato perfetto abbinamento con il risotto allo squacquerone, caro ricordo infantile di Stefano Ciotti, arricchito da eoliani cucunci e bottarga di muggine. 

La ricciola alla brace vestita a festa, con pistacchio di Bronte e succo di oliva tenera ascolana, si presenta alla vista come fosse un regale dessert. Il delicato sapore del mare si unisce all’oro verde e alla regina delle Marche assumendo carattere. Il vino accompagnatore è Grotta del gelo, Etna Rosso DOC con un tannino dolce e buona persistenza. 

Il dessert è una sorpresa davvero “fuori Norma”. È un omaggio al primo piatto catanese che l’estro degli chef ha trasformato in dessert. Gli ingredienti base della famosa pasta, per magia culinaria, sono diventati un dolce che con colori e profumi ha fatto gustare la  Sicilia. Il dessert è stato abbinato con il Dolce Noto DOC – Moscato di Noto Bianco.

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