Tradizione e innovazione nelle degustazioni vini organizzate dalla Strada del Vino e dei Sapori dell’Etna.

Vitigni autoctoni e vitigni internazionali sull’Etna fanno grandi i vini!

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Tradizione e innovazione nelle degustazioni vini organizzate dalla Strada del Vino e dei Sapori dell’Etna.
Tradizione e innovazione nelle degustazioni vini organizzate dalla Strada del Vino e dei Sapori dell’Etna.

Nel suo orizzonte diversificato di territori, versanti e contrade l’Etna del vino, tra tradizione e ricerca, si è generosamente raccontata con due degustazioni tematiche, “Nord Sud Ovest Est” e “Il fascino dello straniero”, organizzate dalla Strada del Vino e dei Sapori dell’Etna, in collaborazione con il Comune di Milo. 

Nella nuova sala di degustazione del centro servizi, con la guida del sommelier professionista Gioele Micali e dei produttori, la prima degustazione ha puntato l’attenzione sui vitigni autoctoni dei diversi versanti del vulcano. 

Dal versante Nord, precisamente da Solicchiata, lo Spumante Brut Blanc de Blancs Mon Pit 2017 di Cantine Russo racconta del perfetto equilibrio gusto-olfattivo di Carricante e Catarratto in un metodo classico dal perlage fine e persistente. La nota dolciaria di grande eleganza, i sentori di zagare e mimose, si armonizzano su una componente calorica importante dall’impalcatura fresco-sapida. Uno spumante che scopriamo seduttivo e versatile.

Nel versante meridionale del vulcano, gli stessi vitigni trovano espressione in Nettaro di Tenuta Masseria Setteporte. Nella macroarea di Biancavilla, Carricante e Catarratto ricevono l’impronta tipica del territorio che, valorizzata dalla filosofia di produzione, si esprime in questo vino dal lucente colore giallo paglierino. Floreale, con note erbacee e sottile venatura minerale, snello al palato e persistente, la spina acida della beva promette una bella longevità. Un vino che ci colpisce per la coerenza vista, naso, gusto e che ben rappresenta la riscoperta di un territorio che continuerà a far parlare di sé. 

Nel versante ovest, presso contrada Nave, in piccole particelle che Enza La Fauci ama chiamare “giardini” viene coltivato l’autoctono Grecanico dalle cui uve si produce Incanto.

Dal colore giallo carico, dal setoso spessore gusto-olfattivo, spalla acida che ben si adatta a una lunga sosta in bottiglia e sottili venature di astringenza, Incanto 2021- come afferma Gioele Micali – esprime  “un’anima da rosso”. Un vino di carattere, ben riconoscibile.

Nel versante est in contrada Villagrande, a Milo, tradizionalmente casa del Bianco Superiore, il Barone di Villagrande, con inaspettata sorpresa, porta in degustazione il suo Etna Rosso 2018, un’annata fresca come si evince dal colore trasparente e di grande lucentezza. Vino che orla di merletti il calice e conquista il naso con note autunnali di frutta selvatica e sentori boschivi. I tannini sono giovani e fitti e insieme alla parte salmastra rinfrescano il palato e mantengono una buona persistenza.  

Sempre a Milo, in contrada Salice, Cantine Iuppa produce Clo 2020. L’85% di Nerello Mascalese insieme alla restante parte di Nerello Cappuccio danno vita a un vino che con la sua nota di ribes rosso e ciliegia matura, note agrumate e accenni di pepe nero e grafite si caratterizza per una gradevole e diversa espressione di Etna Rosso di Milo. 

Nel versante nord, da vecchie vigne di Nerello Mascalese, Palmento Costanzo produce il Contrada Santo Spirito Pt 466 2017. Un vino dal naso dark, prugne, confettura di mirtilli, noce moscata, pepe nero e grafite, erba da fieno e accennata terziarizzazione olfattiva con cacao amaro e caffè rendono il corollario olfattivo ricco e pieno. Il sorso crea un gioco di rimandi tra la parte fresca e qualla tannica e mantiene persistenza. 

Con il Moscato Passito dell’azienda La Gelsomina, versante nord, dal colore giallo dorato e sentori di miele millefiori, albicocca e uva sultanina, si conclude questa prima degustazione di vini prodotti da vitigni autoctoni nei diversi versanti dell’Etna.

Vitigni autoctoni sempre più valorizzati!

Gioele Micali-Professionista Sommelier AIS
Gioele Micali Professionista Sommelier AIS

Ma la Sicilia del vino non è solo storia, è anche ricerca e innovazione. La seconda degustazione “Il fascino dello straniero” rende protagonisti i vini e coloro che hanno sperimentato una lettura diversa della viticoltura accogliendo gli alloctoni. In verità, presenti all’interno del diversificato territorio etneo già nell’Ottocento, insieme alla spumantizzazione: quando lo spumante prodotto si chiamava “Champagne Etna”.

E con il Blanc Brut, Chardonnay di Terrazze dell’Etna inizia la seconda degustazione. Con i suoi 36 mesi di permanenza sui lieviti, questo spumante fresco e vivace ben rappresenta l’azienda. Il perlage è fine e di buona persistenza, il corredo aromatico si caratterizza per le note citrine di pompelmo. In bocca il sorso è lineare, coerente e dalla succosa acidità.

C’eraGià lo Chardonnay di Tenuta Tascante sigilla, con una piccola vigna di un ettaro in contrada Rampante, il progetto etneo della famiglia Tasca. Vinificate in acciaio, le uve del vitigno più famoso al mondo esprimono nel vino il carattere della montagna. Asciutto, fresco e sapido, con sentori di agrumi e fiori bianchi, questo vino potrà, grazie alla sua acidità, stupire ancor di più tra qualche anno.

Passando ai rossi, il Syrah dell’azienda Aitala ha una storia d’amore da raccontare. Da generazioni l’azienda coltiva il Nerello mascalese, ma l’amore per la moglie spinge Rocco Trefiletti a coltivare anche il vitigno straniero e produrre un Syrah dell’Etna che al naso ricorda i classici profumi di cantina, insieme alla frutta rossa e nera non perfettamente matura, all’arancia sanguinella e al geranio rosso. In bocca il tannino è presente ma piacevole e il finale sapido.

Anche il Merlot 2020 dell’azienda Scilio racconta di un riuscito incontro. In purezza il Merlot etneo ha un colore rosso rubino acceso, al naso le note boschive si uniscono a quelle balsamiche di menta e eucaliptolo. Il sorso è vellutato e di buona persistenza.

L’Ardenza dell’azienda Cottanera è una Mondeuse in purezza del territorio etneo. Un vino particolarissimo dal profondo colore rosso carminio che sia al naso, con bouquet di glicine, fiori rossi, erba medica, prugna disidratata, ma anche cuoio e tabacco, sia in bocca con definita trama tannica conserva un approccio fedele al vitigno dell’alta Savoia.

E infine U Toccu 2018 espressione di Pinot Nero dell’azienda Al-Cantara. Le uve di Pinot Nero etneo si raccolgono a maturazione piena e vinificano tradizionalmente. Il colore del vino è amaranto con riflessi aranciati, al naso diverse famiglie di descrittori ben si organizzano in un equilibrato spettro di sentori. Rose rosse, frutta stracotta, chiodo di garofalo, cannella anticipano l’avvolgente e calorico sorso che presenta anche una parte fresca e un tannino polimerizzato. Anche questo vino etneo è una riuscita espressione di un vitigno internazionale nella nostra terra.

Doveroso ricordare per la bontà e genuinità i grissini artigianali del Panificio Sant’ Andrea di Milo e le squisite pietanze preparate da Silvia Di Dio nel suo laboratorio gastronomico PutiaLab_Milo che hanno accompagnato le degustazioni e creato perfetti abbinamenti.

Due degustazioni, due letture diverse di una terra ricca di tradizione ma anche curiosa e desiderosa di sperimentare e fare. Un plauso, per la perfetta organizzazione, a Marika Mannino, direttore della Strada del Vino e dei Sapori dell’Etna.

Il fascino dello straniero

Attivo network di attività di promozione del territorio etneo che abbraccia cantine, aziende agricole, strutture ricettive, ristoranti e invita anche a esplorare il territorio dell’Etna sull’antica littorina della Ferrovia Circumetnea in un’esperienza unica e affascinante che non vediamo l’ora di vivere e di raccontarvi.

Scopri di più sul treno dei vini dell’Etna.