“Fare sul serio la conoscenza di un vino non significa affatto, come forse si crede, assaggiarne due o tre sorsi, o anche un bicchierotto …. Significa andare sul posto, e riuscire a farsi condurre esattamente in mezzo a quei vigneti da cui si ricava quel vino… Significa passeggiare a lungo anche nelle cantine, sottoterra, o nei capannoni, fra le vasche di cemento..”.
Scriveva così nel suo “Vino al vino” Mario Soldati, figura eccezionale nella storia culturale del ‘900 italiano. E di questo ne è pienamente convinta Tenuta di Fessina, una magnifica cantina sita a Castiglione di Sicilia, in C.da Rovittello per l’esattezza. Un’ottima sosta di ristoro dopo un’escursione ai suggestivi crateri dell’Etna, un luogo dove concedersi la piacevolezza della degustazioni di vino e prodotti locali sia nei vigneti che nella bottaia, magari abbinandoli a della musica o ascoltando le storie dei poeti vignaioli.
Ad accogliere i visitatori Silvia Maestrelli capace di trasmettere l’amore per una terra così ricca di cultura e natura rigogliosa. L’azienda è incastonata in un luogo bellissimo che è possibile ammirare soprattutto se vi si arriva dopo aver fatto un giro sul trenino storico della Circumetnea che conduce ogni visitatore in un viaggio fra panorami mozzafiato, lave, pistacchieti, noccioleti e vigneti a terrazze.
Fra le tappe del trenino vi è proprio Tenuta di Fessina. Siamo a circa 670 mt slm. Le vigne (circa sette ettari) si trovano tra due antiche sciare semicircolari, colate laviche del passato che isolano il vigneto come i vecchi muri dei “clos” francesi, creando un microambiente unico che dà origine a grandi vini.
Vi si trovano ancora i vecchi vigneti ad alberello. Tutto è fatto a mano, secondo un’agricoltura non biologica ma consapevole. I vari terrazzamenti sostengono autentiche perle rocciose: Nerello Mascalese, Nerello Cappuccio, Carricante in particolare. Un vero e proprio giardino coltivato con cura, di cui si è innamorata per prima la toscana Silvia Maestrelli: è lei che nel 2007, in collaborazione con l’enologo Federico Curtaz, acquistò qui un vecchio vigneto di Nerello Mascalese risalente al secolo scorso dando vita all’avventura di Tenuta di Fessina.
Al centro del vigneto, un palmento del ‘700 in pietra lavica, con l’antica “chianca”, il torchio che si usava per la pressatura delle vinacce ancora intatto.
Impossibile non amare questi posti e lo sanno bene i tanti winelovers che decidono di fare tappa proprio qui.
Gianna Bozzali