DISCOVERY NERO D’AVOLA: LA SICILIA DOC HA IL SAPORE DEL FUTURO

Una tre giorni organizzata dal Consorzio di Tutela Vini Doc Sicilia sul Nero d'Avola

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DISCOVERY NERO D’AVOLA
DISCOVERY NERO D’AVOLA

Sfaccettato ed attraente il Nero d’Avola, dopo essere stato per lungo tempo bistrattato, vuole recuperare il titolo di Principe dei vitigni siciliani mettendo in chiaro le sue distintive potenzialità che nelle diverse province siciliane diventano espressioni autentiche ed uniche di un vino sempre piacevole, pronto a sfidare il futuro.

Discovery Nero d’Avola, una tre giorni organizzata dal Consorzio di Tutela Vini Doc Sicilia, è stata perfetta presentazione delle diverse e numerose facce di questo grande protagonista del vino rosso isolano.

Nel territorio di Noto, con masterclass e visite in cantina, si è svolto un interessante viaggio tra le eleganti  sfumature di freschezza, di struttura e di persistenza dei diversi Nero d’Avola in una Sicilia che vanta i seguenti importanti primati: 

Con ben 97.000 ettari è il vigneto biologico più grande d’Italia; la prima regione in Italia per superficie biologica (370K+ ettari) e la più grande area vinicola biologica in Italia (30% della superficie italiana).

Possiede abbondanza ampelografica: più di 70 varietà autoctone e un suolo estremamente diversificato che fa conteggiare 100 giorni di raccolto.

Regione che racconta la sua attività produttiva con i dati della DOC Sicilia (anno 2021):

  • 7.902 Viticoltori – 530 Imbottigliatori;
  • 96.255.770 Bottiglie;
  • 24.683 Ettari.

In particolare, il Nero d’Avola DOC Sicilia con 48 milioni di bottiglie certificate nel 2021 conferma il trend positivo in atto dal 2018, quando le bottiglie erano circa 10 milioni, e mostra la sua capillare diffusione nelle province siciliane. Esso rimane il vitigno più rappresentativo di Agrigento, Caltanissetta, Siracusa, Ragusa ed Enna, mentre nelle province di Palermo, Catania, Messina figura al secondo posto e al terzo a Trapani, come descritto da Giuseppe Bursi Vice Presidente del Consorzio DOC Sicilia durante il benvenuto dato ai giornalisti presso l’antico Palmento di Villa Giulia, antica residenza di campagna vicino al mare e all’oasi naturalistica di Vendicari. 

La masterclass “Le diverse espressioni del Nero d’Avola per suolo” con 6 vini in degustazione, guidata dal giornalista e sommelier relatore Luigi Salvo e da Filippo Buttafuoco, dottore in agraria, consente non solo di approfondire la conoscenza del vitigno nelle ricche espressioni dei differenti suoli in cui prende vita ma anche di riconoscerne lo stile di vino moderno come nuovo brand produttivo.

Nella seconda masterclass “Le diverse espressioni del Nero d’Avola per altimetrie” scopriamo che:

– la Sicilia è la regione italiana che ha la più vasta estensione di vigneto in posizione collinare;

– il Nero d’Avola viene coltivato in un range vastissimo di altitudini tra i 20 e 900 metri slm ma la maggior parte si trova nella fascia tra i 250 e i 480 metri slm;

– la provincia di Agrigento è quella con il maggior numero di ettari vitati a Nero d’Avola con circa 5100;

– il vigneto di Nero d’Avola più alto in quota si trova in provincia di Palermo.

I sei vini degustati, rappresentativi della coltivazione  dai 100 ai 600 m. s.l.m., presentano vivacità di colore, finezza, eleganza e fruibilità con  la comune caratteristica di una piacevolezza diffusa che libera il Nero d’Avola dallo stereotipo del vino strutturato, alcolico e monocorde.

I Nero d’Avola assaggiati sono freschi e diversi fra loro. Capaci di accostarsi con gradevolezza a pietanze non solo di carne ma anche di pesce, sposandosi bene con la cucina locale ma anche con quella internazionale, risultando perfetti sia per l’aperitivo che per l’intero pasto. 

Il Nero d’Avola è oramai un vino versatile che, inizia ad essere vinificato in bianco e spumantizzato con il Metodo Classico.

Un vino da scoprire nelle sue diverse espressioni il cui risultato finale è dato dai molteplici aspetti che scaturiscono dall’interazione  genetica (clonale), pedo-climatica (terreni e clima) e dalle scelte dell’uomo (potature, concimazioni, irrigazioni, lavorazione, momento della raccolta ecc.). 

Tantissimi Nero d’Avola che occorre degustare, magari visitando le cantine di produzione. Nella tre giorni è stato possibile degustare il Nero d’Avola di Piano Grillo, proprietà che da più di 500 anni appartiene alla famiglia Piccione. Azienda che produce anche dell’ottimo olio di cultivar Tonda Iblea.  

L’azienda Tresa, nome della contrada Santa Teresa nel territorio ragusano di Vittoria in cui è nata la viticoltura e dove, oggi, i fratelli trentini Girelli producono tre diverse espressioni di Nero d’Avola.

Tenuta La Favola, nella contrada Buonivini della Val Di Noto, che ricordiamo oltre che per il vino anche per la bellissima storia di Corrado Gurrieri e Valeria Valenza. 

Tenuta Palmeri, della famiglia Breitschmid-Heiniger, nel territorio di Avola, espressione di grande rispetto per la natura e le sue risorse. Belle aziende accomunate dall’impegno nella viticoltura biologica e sostenibile.

Tante vigne e terroir diversi, storie di vita e di lavoro, tanti calici rigorosamente pieni di Nero d’Avola, tanti assaggi e sensazioni diverse per imparare ciò che non si può spiegare. 

Per sentire la vera voce del Nero d’Avola presentarsi con tutte le sue qualità e magari trovare quella che maggiormente rientra nelle nostre corde. 

Quindi assaggiate assaggiate e ancora assaggiate i Nero d’Avola della Sicilia, vi assicuro che sono davvero tanti, diversi, e presto faranno parlare di sé.

Se desiderate visitare le cantine siciliane in cui si produce Nero d’Avola ecco il link di proposte: degustazione vini Nero d’Avola.