Wine influencer sempre più innamorati della Sicilia? Parliamo con l’amico Simone Roveda di Winerylovers.

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Winerylovers and winerytastingsicily

Durante un tour di cantine a Sicilia En Primeur ho conosciuto Simone Roveda(Winerylovers), grande professionista della comunicazione digitale del vino. Insieme abbiamo trascorso una giornata piena di ETNA! Risentendolo, nei dilatati tempi di covid-19, abbiamo piacevolmente parlato della Sicilia e ho colto l’occasione per rivolgergli qualche domande:

Ogni qualvolta hai visitato la nostra Sicilia cosa ti ha colpito e quali emozioni hai provato?

Il calore. Ebbene sì, ogni volta che sono stato in Sicilia sono stato letteralmente stregato dal calore che questa terra emana. Mi riferisco alle persone, che hanno sempre voglia di fare festa e di stare insieme, al clima, sono stato in primavera, autunno e inverno, ogni volta faceva un gran caldo, e ai colori di questa splendida isola, che riescono a scaldarti ogni volta che tu la guardi.

Come ti ha arricchito la partecipazione a Sicilia En Primeur?

Penso che Sicilia en Primeur sia un evento unico nel suo genere. È uno dei pochissimi eventi (e credimi, ne ho fatti tantissimi in questi 4 anni) in cui tu “vivi” l’esperienza a 360°. Sei a contatto con il territorio, la cultura, l’arte, il cibo, il vino, ma sopratutto con le persone, che ti fanno sempre sentire speciale. Sono 5 giorni molto concentrati che mettono a dura prova il tuo fisico (soprattutto il cibo per le porzioni generose), ma quando torni a casa sarai sia felice che triste. Felice perché le cose che hai vissuto sono state incredibili, triste perché non vedrai l’ora di tornare in Sicilia. Grazie a Sicilia en Primeur ho avuto modo di approfondire i vini dell’Etna.

Se rifletti sulla Sicilia del vino che hai conosciuto, ti vengono in mente quali considerazioni?

Beh, ho imparato molto dalla zona dell’Etna. Carricante e Nerello Mascalese sono tra i miei vini preferiti. La direzione intrapresa nella produzione qualitativa dei vini dell’Etna va benissimo. Personalmente, penso che si debba (gradatamente) uscire sul mercato con annate più vecchie. L’affinamento dona caratteristiche uniche a questi vini vulcanici. C’è costanza qualitativa sia sui bianchi che sui rossi, mentre sui rosati c’è ancora da lavorarci ma è solo questione di tempo per ottenere importanti risultati.

Cosa ti augureresti di trovare nella tua prossima visita nella nostra isola?

Lo stesso calore della prima volta. Stiamo attraversando un momento molto particolare che metterà a dura prova uno degli aspetti più importanti che rendono unica la Sicilia. Non riesco ad immaginarmi questi “distanziamenti sociali” in Sicilia.

Come è stata la tua giornata insieme al Vulcano?

Dire che ero elettrizzato è dir poco! Ricordo ancora quando mi era arrivata l’email da parte dello staff organizzato di Sicilia en Primeur in cui avrei dovuto indicare la mia esperienza relativa al tour. Non avevo dubbi, Etna Nord. ‘A muntagna (è così che i siciliani chiamano l’Etna) è la prima cosa che vedi quando arrivi a Catania e l’ultima a salutarti. Nella mia prima volta sull’Etna ero in maniche corte, faceva un gran caldo. Parliamo dei primi giorni di maggio. Più sali, più ti sembra di avvicinarti ma ti senti ancora lontano. Sei lì che guardi la punta avvolta da una costante nube, segno che lei (sì, l’Etna è femmina) sta lavorando e non covando, e quindi il tuo sguardo si perde nell’orizzonte ad osservare.

Il territorio dell’Etna con i suoi vini è stato fonte di quali riflessioni?

Uno degli aspetti che non può lasciarti indifferente è la coltivazione delle vecchie viti pre-Phylloxera. Parliamo di viti con più di 100 anni di storia, capaci ancora di regalarci grandi vini. Un altro fattore di cui tenere conto è che quando pensi ai vini dell’Etna non devi parlare esclusivamente di zone e/o microclima. Devi tenere anche conto delle varie colate che ci sono state. La composizione del suolo cambia tantissimo da una colata all’altra. Ti basti pensare che ci vogliono almeno 100 anni prima che inizi a crescere qualcosa sulla lava solidificata. E poi c’è la terra su cui crescono le viti, che più che terra è polvere; ha un alto potere drenante, ecco perché nelle annate piovose è possibile avere grandi vini.

Cosa pensi dell’unica DOCG siciliana?

Purtroppo conosco troppo poco la DOCG Cerasuolo di Vittoria. Mi auguro di approfondirla presto, magari in occasione della prossima edizione di Sicilia en Primeur.

Se dovessi paragonare la Sicilia del vino ad un’altra regione vitivinicola quale immagine ti viene in mente?

Come detto in precedenza, il territorio della Sicilia è unico. Hai sia il mare che la montagna, ed è numerosa la quantità di tipologie di vini realizzabili. La Sicilia potrebbe essere un insieme di più regioni, tutte condensate su un’isola. Ecco a cosa la paragono.

Quali sono i tuoi vini siciliani preferiti?

Adoro i vini dell’Etna per la loro finezza, eleganza ed il loro potenziale evolutivo. Più Carricante che Nerello Mascalese. Il Carricante è un vitigno che in evoluzione vira su note molto simili ai grandi Riesling tedeschi, i quali mi fanno impazzire.

Quale parte della Sicilia non conosci ancora?

Fondamentalmente, l’unica zona che ho visitato è stata quella dell’Etna fino Capo Milazzo. Mi piacerebbe tanto visitare il versante occidentale la prossima volta e, quindi, partire da Palermo per poi proseguire lungo la costa fino a Menfi, passando da Marsala e Mazara del Vallo. Tutte le persone che ci sono state, me ne hanno parlato un gran bene, compreso tu!

Bene Simone, allora approfitteremo di questa estate, all’insegna del turismo nazionale, per organizzare un tour con winerytastingsicily.com. Insieme scopriremo ancora di più la Sicilia del vino e non solo. Grazie per la disponibilità, grazie per le tue risposte in grado di far sentire la potenza del sole siciliano. A presto Winerylovers!

Winerylovers sull’Etna (Simone Roveda)

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