Sicilia en Primeur 2020: la forza di un’isola green.

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Sicilia en Premieur 2020 quest’anno è stato sicuramente diverso, ma ha comunque mantenuto la sua centralità di evento nel settore vitivinicolo ed enogastronomico.

Durante la videoconferenza global i relatori Alessio Planeta, Antonio Rallo, Pino Cuttaia, Mattia Filippi hanno ben espresso la natura del popolo siciliano che mai si è fermato dinanzi alle difficoltà, ma ha sempre reagito con maggiore impegno e affrontato con successo il difficile periodo storico che aveva dinanzi.

Alla domanda più frequente e cortese del nostro presente Covid-19: come stai? come stiamo noi Siciliani? Alessio Planeta risponde con i versi di Pirandello: “E al fine, eccomi in porto. Ancor mi resta negli occhi uno stupor truce, una truce visione, il terror de la tempesta; ma svaniran ne la tranquilla luce. È certo, intanto, che son salvo, in porto” (Approdo)

Parole che indicano come il peggio sembra essere passato e come ci si senta pronti a reagire. Del resto, così come il pescatore, anche l’agricoltore, ha sviluppato resilienza. Si è spesso confrontato con impedimenti e imprevisti naturali ed ha imparato ad accettare le sfide. Le cattive vendemmie sono state periodici input di rinnovato lavoro e di slancio. 

Antonio Rallo mette in evidenza come la maggiore visibilità del vino siciliano nel mondo sia fortemente legata alla crescita delle DOC territoriali che nel 2019 hanno fatto un significativo balzo in avanti e che adesso reggono meglio all’impatto della crisi Horeca.

Il lavoro fatto in passato nella nostra terra l’ha resa capace di affrontare questo difficile momento e di rispondere adesso, nel folle tempo che stiamo vivendo, alle specifiche esigenze del settore.

Oggi la nostra regione è una importante realtà produttiva, seconda solo alla Toscana, che vanta 2 milioni di estimatori in tutti i continenti, che essendo soprattutto giovani di 25/34 anni garantiscono anche un futuro di fedeltà ai vini siciliani.

Il mondo del vino oggi ha una precisa progettualità sviluppatesi, dopo la crisi dell’86 e l’era del metanolo, attraverso una presa di coscienza fondata sui valori della terra. Con un preciso progetto e tanto lavoro ha conquistato una nuova e forte identità.

Così come ci ricorda Pino Cuttaia, Presidente delle Soste di Ulisse, che auspica collaborazione e una simile rinascita anche nel settore della ristorazione. Un settore duramente colpito, soprattutto nella ristorazione della grande città. Danno economico e futuro incerto non devono impedire al cuoco di essere ambasciatore del territorio e delle sue eccellenze enogastronomiche. 

Il report della vendemmia 2019 “I benefici dell’agricoltura mediterranea. Il vantaggio di essere un’isola” presentato dal Presidente di Uva Sapiens, Mattia Filippi, evidenzia la stabilità produttiva di tutte le varietà autoctone, con una produzione del meno 13 per cento rispetto alla media.

I fattori a favore della nostra produzione isolana sono diversi. Intanto, il clima che rimane mediterraneo. Il fenomeno dell’innalzamento globale delle temperature non ha investito la nostra isola in modo particolarmente intenso. Ciò ha fatto in in modo che la Sicilia possa avere il primato di prima regione in Italia per la viticoltura in collina.

Nello specifico, la primavera 2019 con basse temperature primaverili, estate secca, piogge più ricche solo nella parte a Est dell’isola, e venti diversi nel periodo vegetativo della vite, ha reso possibile un’agricoltura sostenibile. 

Anche l’intelligenza delle piante, tipica delle varietà autoctone in grado di adattarsi ai cambiamenti, ha garantito a tutte le varietà una produzione leggermente più scarsa in termini quantitativi ma una piena espressione varietale dei vini.

Il 2019 è l’anno in cui la sostenibilità la “fa da padrona” unitamente ad una visione organica di produzione. Del resto, se consideriamo che in Italia sono 110 mila ettari i vigneti biologici e che il 34 per cento di essi si trova in Sicilia, dopo di noi solo la Puglia, possiamo dire di aver raggiunto un importante obiettivo.

L’annata scorsa è stata fortunata anche per i lievi attacchi fungini e di conseguenza si sono realizzati il minor numero di trattamenti (solo sei annui in Sicilia sui 9/10 in Italia). Non a caso, l’utilizzo del rame negli ultimi cinque anni è sempre più diminuito, con livelli ben sotto il limite massimo.

La vocazione di sostenibilità dei produttori siciliani si esprime come scelta della viticoltura biologica ma anche come impatto zero dal punto di vista produttivo. 

I vini della vendemmia 2019 hanno raggiunto, grazie ad una vendemmia tardiva, assicurata dallo slittamento di circa un mese delle classiche piogge autunnali, una buona maturazione. Lo si nota nell’ eccellente acidità nel Frappato o nel Nero d’Avola che mantiene pure molta freschezza; o spostandoci a nord est nella buona maturazione fenolica della bacca bianca e nella diversa e piena espressione del Nerello mascalese delle varie contrade. 

Il mondo della produzione sicuramente non si è fermato. Il grande lavoro fatto in passato in Sicilia, ridurre le rese e puntare sulla qualità, ci pone in una condizione meno grave rispetto alle altre regioni. 

Passare dai 12 milioni ai 4 milioni e mezzo di ettolitri di vini oggi garantisce sicurezza. Abbiamo vini di qualità che possono tenere anche nel tempo.

La produzione per ettaro è bassa per un solo obiettivo: la qualità. Indubbiamente, anche nel prossimo futuro, per un riequilibrio della domanda e dell’offerta, occorrerà utilizzare tutti gli strumenti utili a contenere un eccesso di produzione.

Noi siciliani facciamo poca uva ma buona e nella negatività i dati positivi, oggi presentati a Sicilia en Primeur 2020, danno fiducia.

Indicano che la direzione presa è valida e che la sostenibilità insieme ad una produzione organica deve essere la progettualità della nostra terra, già apprezzata internazionalmente.

Abbiamo sviluppato la consapevolezza di quello che è oggi la Sicilia: “Un’isola green” come la definisce Alberto Tasca.

Siamo preoccupati? Certo, ma anche fiduciosi perché abbiamo recuperato l’essenza della nostra terra e dei valori siciliani.

Il prossimo anno questo importante evento, organizzato da Assovini Sicilia, si terrà come tradizione vuole, probabilmente nella splendida cittadina di Cefalù. 

Quindi, non resta che salutarci con l’invito di Alessio Planeta: “Al 2021 in Sicilia e sotto il sole!”

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