“A cena con Uva Sapiens”: un viaggio alla scoperta dei valori che plasmeranno il vino del futuro

Il futuro del vino: una sintesi delle tendenze emergenti.

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A cena con Uva Sapiens”: un viaggio alla scoperta dei valori che plasmeranno il vino del futuro
A cena con Uva Sapiens”: un viaggio alla scoperta dei valori che plasmeranno il vino del futuro

Uva Sapiens ha festeggiato il suo decimo anniversario con un evento speciale dal titolo “A cena con Uva Sapiens”, una degustazione esclusiva dal tema “Il vino che verrà” che si è tenuta presso il nuovo ristorante stellato Coria a Catania.

La location scelta rispecchia perfettamente la filosofia di Uva Sapiens. Il ristorante Coria, guidato dagli chef Colonnetta e Patti, propone un percorso di degustazione che valorizza le materie prime siciliane con innovazione e maestria, proprio come Uva Sapiens coniuga tradizione e innovazione nel mondo del vino.

Uva Sapiens è un’agenzia di consulenza enologica unica nel suo genere che offre un servizio completo e personalizzato per la produzione di vini d’eccellenza. Nata dalla passione di tre esperti: Mattia Filippi, Umberto Marchiori e Roberto Merlo, Uva Sapiens si distingue per l’approccio multidisciplinare che integra enologia, agronomia, marketing e comunicazione. L’agenzia collabora con Università e Enti di ricerca per innovare la viticoltura e l’enologia, promuovendo un approccio ecologico che valorizza i territori. 

 Condividiamo l’idea che il vino rappresenta oggi più che mai una forza capace di evolvere grazie al contributo di tante competenze diverse con un approccio sì tecnico ma anche e forse soprattutto umanistico. Questo è il momento di “buttare la palla in avanti” per esplorare nuove soluzioni e costruire nuove consapevolezze in quello che rappresenta oggi un tempo che ci impone di mettere in discussione i vecchi paradigmi ed aprirci a nuovi scenari”. 

 Mattia Filippi – enologo, produttore.

Durante la serata, insieme a Mattia Filippi e Ivan Cappello, l’analisi de “Il vino che verrà” ha delineato i contorni di un momento storico ricco di sfide, ma anche di opportunità. Il vino si trova ad un bivio: da una parte la banalizzazione come semplice bevanda, travolta dalle mode effimere del momento; dall’altra l’affermazione come eccellenza enologica e culturale, capace di valorizzare i territori e di creare un’esperienza di vita che va oltre il gusto. Il calo dei consumi potrebbe far cadere il vino nel vortice delle tendenze, facendogli perdere la sua identità e unicità. Potrebbe diventare una bevanda anonima e slegata dal territorio di origine, un prodotto industriale privo di anima e di storia. Oppure, puntare verso l’alto e diventare un’eccellenza enologica inserita in un processo culturale che valorizza le diverse aree produttive. Solamente il dialogo tra tutti i protagonisti della filiera, dai vignaioli ai consumatori, potrà indirizzare il vino verso questa direzione virtuosa all’interno di un sistema capace di renderlo un autentico ambasciatore del luogo da cui proviene e dei suoi principali elementi costitutivi: l’uva, la terra e gli uomini che la coltivano.

 “Una visione questa che rimanda all’idea di vino come esperienza culturale, una sorta “way of living” capace di ridare valore e significato al concetto di unicità dei territori.”              

Umberto Marchiori, enologo

In un’armonia di sapori dove la cucina del ristorante Coria incontra l’enologia, i vini si ergono a veri protagonisti della serata. Accuratamente selezionati da Uva Sapiens, ogni vino si dispiega come un universo a sé stante, irripetibile e portatore di valori e concetti che affondano le radici in una chiara e definita idea progettuale.

Gli spumanti parlano di innovazione e tradizione
  • Bisol Gondolieri – Il Valdobbiadene Prosecco Superiore Brut I Gondolieri: un omaggio alla tradizione veneziana, con un basso contenuto alcolico e zero zuccheri aggiunti. Idea progettuale: un vino naturale, legato al territorio e comprensibile a tutti.
  • “Matiù” di L’Antica Quercia: un prosecco biologico che valorizza la biodiversità e l’agricoltura sostenibile. Idea progettuale: vini di alta qualità nel rispetto dell’ambiente.
  • Levii Pas Dosè 2018: un metodo classico elegante e complesso, frutto di uve Chardonnay d’alta quota. Idea progettuale: la purezza della materia prima e la parcellizzazione delle vigne.
  • Mattia Filippi Augusto Primo: uno spumante che esprime la freschezza e la mineralità della viticoltura di montagna. Idea progettuale: un’enologia leggera che esalta l’uva. 

 “Il vino deve somigliare più a una scultura che a un mosaico nel rispetto di una enologia leggera dove il concetto di aggiungere non è futuribile: occorre togliere.” Mattia Filippi

I bianchi raccontano storie di terroir

  • Tenuta La Cà – Garganega: un vino artigianale che si affina in ceramica e rovere francese. Idea progettuale: il tempo e l’uva come unici ingredienti.
  • Musita- Bianco Salemi: un blend di uve autoctone che esprime l’identità del territorio siciliano. Idea progettuale: creare uno stile riconoscibile e coraggioso.
  • Funaro – Collezione di Famiglia Grillo Riserva: un vino elegante che sfida il tempo. Idea progettuale: sfidare lo scorrere del tempo e dimostrare la piacevole evoluzione del vino.
  • DIESEL Farm – Bianco di Rosso: uno Chardonnay che macera sulle bucce e affina in barrique. Idea progettuale: avere il coraggio di fare scelte importanti come la macerazione in riduzione per preservare tutto il sapore dell’uva.

I rossi raccontano la passione e la terra

  • Palazzo di Varignana Pinot Nero: un vino che esprime il terroir emiliano-romagnolo. Idea progettuale: raccontare l’anima della propria terra attraverso il vino per alimentare il dialogo tra natura e paesaggio.
  • Josetta Saffirio – Barolo: un’icona dell’enologia italiana che punta sulla qualità dell’uva. Idea progettuale: un’enologia leggera che esalta il frutto.
  • Musita Il Regieterre Rosso: un blend di Syrah e Perricone che racconta i terroir della Sicilia. Idea progettuale: valorizzare le uve autoctone e il loro legame con il territorio.
  • Funaro – La Vecchietta: un vino unico e accogliente ottenuto da uve Inzolia del vigneto più anziano della tenuta di Salemi. Idea progettuale: valorizzare l’uva Inzolia con il metodo tradizionale della macerazione sincera.

Attraverso la degustazione, si intravede il futuro del vino attraverso una sintesi delle tendenze emergenti:

– Basso contenuto alcolico naturale: approccio più sano e consapevole al consumo.

– Parcellizzazione delle vigne: valorizzazione della diversità e del terroir.

– Centralità dell’uva: rispetto della materia prima e dei suoi sapori autentici.

– Artigianalità e diversità: riscoperta di vini unici e di storie territoriali.

– Esperienza e territorio: il vino come ponte tra vigna e consumatore.

– Tecniche innovative al servizio della qualità: esaltare l’uva senza eccedere in tecnologia.

– Vinificazione spontanea: espressione autentica delle varietà di uve.

– Grandi vini di riserva: il valore del tempo e della tradizione.

Il tutto in vista di un futuro che guarda al passato per costruire un presente di

– Sostenibilità e rispetto dell’ambiente: impegno etico per le generazioni future.

– Filiera integrata e trasparente: tracciabilità e fiducia per il consumatore.

– Nuovo pubblico: il vino come “esperienza culturale” accessibile a tutti.

Artigianale -Comprensibile -Buono è questo il vino che vogliamo!

Ecco il menu della serata al Ristorante Coria di Catania:

  • Aperitivo – Stuzzichino di benvenuto;
  • Aspic crudo di pesce, salicornia, gelatina di insalata di pomodoro e riccio;
  • Raviolo di seppia con il suo nero, spuma di patata, croccante di lenticchia, nepitella, limone candito;
  • Triglia alla beccafico, carciofo alla brace, topinambur al gin e salsa alla pizzaiola;
  • Risotto “mare e monti anni ’80” gambero rosso di Mazzara, funghi e maiorchino;
  • Coniglio mangia e bevi, salsa di carota e zenzero, verdurine in agrodolce;
  • Filetto e costine di suino nero, fave alla “trappitara”, lampone;
  • Pere e Cioccolato, Gelato alla ricotta, salsa di pere rosa.

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