Enoturismo 4.0: il manuale completo sul turismo del vino italiano

0
187
Enoturismo 4.0: il manuale completo sul turismo del vino italiano
Enoturismo 4.0: il manuale completo sul turismo del vino italiano

Dall’analisi di 145 comuni e 265 cantine emerge un quadro chiaro: l’enoturismo è un settore in forte crescita in Italia, con 15 milioni di accessi alle cantine ogni anno e un fatturato medio del 7% del business enoico.

Il manuale “Enoturismo 4.0”, scritto da Dario Stefàno e Donatella Cinelli Colombini con il contributo di diverse associazioni di settore, offre una panoramica completa del comparto, con dati statistici, analisi delle tendenze e suggerimenti pratici per le cantine e gli enti turistici.

Tra le novità emerse:

  • Diversificare l’offerta: le cantine non devono limitarsi alle degustazioni, ma proporre esperienze immersive legate al vino e al territorio, come trekking, visite guidate, corsi di cucina e laboratori.
  • Aprire nei weekend: la maggior parte delle cantine è aperta solo dal lunedì al venerdì, mentre i turisti preferiscono visitare le cantine nel weekend.
  • Più tecnologia: le cantine possono utilizzare la tecnologia per migliorare l’esperienza dei visitatori, ad esempio con app per la prenotazione delle visite, sistemi di pagamento elettronico e realtà aumentata.

Il manuale fornisce anche una dettagliata classificazione delle cantine in base all’offerta enoturistica:

  • Piccola cantina con accoglienza familiare: la categoria più diffusa, con un’atmosfera intima e accogliente.
  • Cantina con rilevanza storica, architettonica o artistica: offre un’esperienza unica legata al patrimonio storico e culturale della cantina.
  • Brand famoso/marchio storico: attira i visitatori per la notorietà del marchio e la qualità del vino.
  • Cantina con rilevanza paesaggistica o naturalistica: immersa in un contesto paesaggistico di grande bellezza.
  • Cantina organizzata per l’incoming: offre servizi di accoglienza turistica di alto livello.
  • Cantina dotata di offerta innovativa: propone esperienze enoturistiche innovative e originali.

Un focus particolare è dedicato alle donne del vino: il manuale presenta la prima raccolta organica di informazioni sul vino al femminile in Italia, evidenziando il ruolo fondamentale delle donne nel settore enoturistico.

Enoturismo 4.0 è uno strumento prezioso per tutti gli operatori del settore:

  • Cantine: per migliorare l’offerta enoturistica e aumentare la competitività.
  • Enti turistici: per creare strategie di marketing turistico efficaci.
  • Appassionati di vino: per scoprire le migliori cantine d’Italia e vivere esperienze enoturistiche indimenticabili.

Il manuale è stato presentato a Roma il 6 marzo 2023 alla presenza del Ministro del Turismo Daniela Santanchè, del Presidente del Senato Ignazio La Russa e di altri importanti esponenti del settore.

L’enoturismo italiano ha un grande potenziale: con il giusto sviluppo e investimento, può diventare un volano di crescita per l’economia del nostro Paese.

Dichiarazioni

Daniela Santanchè, Ministro del Turismo: «Dobbiamo aiutare il settore a costruire offerte turistiche sempre più diversificate perché ormai non parliamo più di turismo ma di turismi. E l’enoturismo è una forma di turismo che ci aiuta anche a destagionalizzare perché spesso le cantine sono collocate in luoghi meno conosciuti intorno ai quali si possono costruire percorsi turistici differenti. Serve quindi un’offerta di qualità supportata da percorsi di alta formazione. Lasciatemi poi aggiungere, proprio perché siamo a ridosso dell’8 marzo: questo settore dà lavoro a molte donne e le rende indipendenti economicamente e quindi più libere, e questo è un passo importante contro la violenza di genere».

Dario Stefàno, autore e docente universitario: «Questo libro continua a volere essere occasione non solo di verifica dell’evoluzione di un fenomeno legato in modo profondo a due asset strategici del nostro Paese, quali sono, appunto, il turismo e il vino; ma anche di pungolo e richiamo affinché legislatore e governo colgano e, possibilmente, anticipino input e tendenze che caratterizzano questa peculiare declinazione del turismo esperienziale».

Riccardo Cotarella, Presidente di Assoenologi: «L’Italia è il Paese più ricco al mondo di ricchezze naturali: biodiversità e trasversalità territoriale. Ogni campanile ha il suo vino, che rappresenta un simbolo e un bene. Il vino è cultura, storia, passione. È nato con l’uomo. Il problema dell’Italia è che non facciamo sistema e questo crea problemi di comunicazione sul vino a livello internazionale. L’enoturismo non è solo economia ma divulgazione: chi viene nelle nostre aziende, diventa un nostro ambasciatore in tutto il mondo».

Luigi Moio, Presidente dell’OIV: «L’enoturismo è un comparto strategico per tutti. L’Italia è un museo del vino a cielo aperto. Siamo un modello reale di diversità del vino, che è possibile comunicare e trasmettere agli appassionati solo accogliendoli nei luoghi. I suggerimenti che vengono dati in questo manuale servono per approfondire e per perfezionare l’accoglienza, oltre a costituire un ottimo strumento di studio».

Donatella Cinelli Colombini, autrice e imprenditrice vitivinicola: «La mia parte del libro contiene le “istruzioni per l’uso” delle novità emerse dalle indagini. Insegna, ad esempio, cosa sono i winery club e come mai in USA funzionano e da noi no, perché le cantine devono usare più tecnologia nel rapporto con i visitatori e smettere di proporre “esperienze del vino fotocopia”. La parte più nuova riguarda le donne del vino. È breve ma è la prima raccolta organica delle informazioni sul vino al femminile in Italia. Mostra due cose: che le donne delle aziende del vino sono le più vicine al tetto di cristallo e che la parità di genere si raggiunge procedendo in modo asimmetrico cioè presidiano le attività più congeniali alle donne. Infatti nelle cantine le donne sono minoritarie nel settore produttivo ma dominano, anche in termini di progressioni di carriera, il comparto più vicino ai consumatori cioè commerciale, enoturismo, comunicazione e marketing».

Daniela Mastroberardino, Presidente dell’Associazione Le Donne del Vino: «Da due anni, la nostra Associazione ha avviato una sperimentazione per introdurre il vino fra le materie di studio degli Istituti Turistici e Alberghieri di tutta Italia. Ora chiediamo che la materia vino entri a pieno titolo nella didattica italiana. Abbiamo coinvolto migliaia di studenti in tutte le regioni con la sola forza delle nostre associate: nel sogno di tutte noi c’è una nuova generazione di futuri responsabili delle sale dei ristoranti così come di futuri manager di uffici turistici, agenzie di viaggio o alberghi che conoscono le nozioni base sul vino e sui territori del vino. In un’Italia dove l’agroalimentare è sempre più importante per il turismo non è possibile continuare a insegnare solo arte, territori e geografia turistica ai futuri manager dell’incoming».

Nicola D’Auria, Presidente del Movimento Turismo del Vino: «La collaborazione tra il Movimento Turismo del Vino e l’Osservatorio ha evidenziato il ruolo cruciale dell’enoturismo in Italia, sia sotto il profilo economico che culturale. Questo approfondimento ha rivelato come l’accoglienza, intesa come offerta di un’esperienza immersiva legata al vino e al territorio, sia fondamentale per il successo dell’enoturismo. La partecipazione del Movimento, che opera da una posizione privilegiata con un contatto diretto e quotidiano con l’enoturista, ha quindi evidenziato l’importanza di valorizzare il vino e il territorio attraverso un turismo sostenibile e responsabile, ponendo enfasi sulla qualità dell’esperienza offerta ai visitatori in cantina».

Angelo Radica, Presidente dell’Associazione Città del Vino: «Enoturismo 4.0 rappresenta un manuale quanto mai utile per tutti i comuni del vino italiano. In linea con i dati raccolti nelle precedenti diciotto edizioni dell’Osservatorio, si evidenzia come far parte dell’associazione nazionale Città del Vino, con oltre 500 comuni in tutta Italia, abbia un valore aggiunto concreto in termini di opportunità nell’enoturismo con importanti ricadute nel territorio. Per i 145 sindaci intervistati essere Città del Vino significa promuovere e valorizzare al meglio il vino e la sua cultura, essere all’interno di una rete, di un progetto condiviso per poter creare strategie di marketing turistico».

Denis Pantini, Responsabile Agrifood e Roberta Gabrielli, Head of Marketing e Business Processes di Nomisma-Wine Monitor: «Le cantine, anche quelle di più piccole dimensioni, hanno accelerato negli ultimi anni il percorso di ampliamento di esperienze enoturistiche offerte, spaziando su dimensioni trasversali, dalla ristorazione alla ricettività, mettendo al centro la natura e il benessere. Lo spirito imprenditoriale, da sempre legato al vino, è così stato messo al servizio dei desiderata degli enoturisti. La soddisfazione di questi ultimi non può prescindere dall’esperienza complessiva vissuta sul territorio e in cantina, ed è proprio questa considerazione che ancora più che in passato pone al centro il ruolo della formazione sull’enoturismo. Il percorso da seguire è delineato, la sfida per le associazioni, le amministrazioni coinvolte e le cantine – in primis – è accrescere lo sviluppo di competenze, da quelle tecniche a quelle relazionali e di customer care; il fine, avere un enoturista che sceglie di tornare e di consigliare l’esperienza vissuta».